Culti
La romanizzazione della Valle Camonica fu attuata attraverso un graduale processo di acculturazione che non determinò rotture e cambiamenti radicali, bensì piuttosto l'incontro, l'integrazione e una lenta interpretatio e sovrapposizione. Gli aspetti caratterizzanti la realtà camuna nella seconda età del Ferro, modalità insediative e cultuali, forme della cultura materiale, sopravvissero a lungo alla romanizzazione e continuarono, pur con esiti e soluzioni differenti fino alla tarda età romana.
Fra i contesti meglio indagati si colloca il santuario scoperto in località Spinera di Breno, lungo la riva orientale dell'Oglio, ai piedi di una rupe rocciosa con grotte e cunicoli scavati dall'acqua, in un'area paessagistica ricca di suggestione, fascino e mistero. A partire dal VII sec. a.C. il luogo fu sede di un culto all'aperto, a carattere naturalistico, rivolto ad una divinità legata all'acqua e ai poteri benefici di purificazione e fecondità ad essa correlati, adorata attraverso rituali che prevedevano la ripetuta accensione di roghi, l'offerta di animali e prodotti agricoli, libagioni e abluzioni. Fra i materiali rinvenuti una placchetta in bronzo finemente lavorata con figura schematica su barca solare trainata da uccelli acquatici ripropone motivi e significati simbolici diffusi non solo in ambito alpino e italico, ma presenti anche nell'arte rupestre camuna. In età giulio-claudia la conca di Spinera venne monumentalizzata con la costruzione di un grandioso edificio ad ali porticate e cortile centrale, con apparati decorativi di pregio, che fino alla fine del I sec. d. C. convisse accanto al santuario indigeno. Il culto locale venne gradualmente trasferito alla dea Minerva, che certo della divinità indigena ereditò ed interpretò il carattere ctonio e naturalistico e che venne venerata fino alla fine del IV sec. d.C.-inizi del V sec. d.C. quando con la cristianizzazione fu attuata una programmatica distruzione del complesso sacro pagano. I materiali dal complesso di Spinera sono conservati al Museo Nazionale Archeolgico di Cividate Camuno, mentre le strutture romane sono in situ e allestite a Parco Archeologico dal 2007.
Accanto a quello di Spinera altri luoghi di culto di tradizione protostorica sparsi nel territorio vallivo continuarono ad essere frequentati in età romana, come testimoniato a Borno, sede di un altro santuario a Minerva e Mercurio su un precedente indigeno, e a Capo di Ponte, Dos dell'Arca e Le Sante e al Pian delle Greppe, dove il centro cerimoniale dell'età del Rame fu in uso fino alla tarda età romana.