Romanizzazione della valle
La conquista della Valle Camonica da parte dei Romani avvenne nel 16 a.C., nell'ambito del progetto dell’imperatore Ottaviano Augusto di consolidare i confini settentrionali dell’Impero e controllare dal punto di vista strategico e commerciale le importanti vie di comunicazione passanti per le Alpi. All’interno di un vasto e sistematico programma di conquista, il comando della spedizione militare venne affidato ai due figliastri di Augusto, Tiberio e Druso Maggiore, e al proconsole Publio Silio Nerva.
Fonti storiografiche sulla conquista della Valle Camonica sono il monumento Trofeo di La Turbie e due autori latini, Plinio il Vecchio, (Naturalis Historia, III, 133-138) e Cassio Dione (Historia Romana, LIV).
Il Trofeo di La Turbie, eretto per volontà del Senato nel 7-6 a.C. in onore delle vittorie riportate da Augusto sulle popolazioni alpine, si trova a nord dell’odierno principato di Monaco, lungo l’antica via Iulia-Augusta che collegava l’Italia alla Gallia e alla Spagna. Sulla base del monumento c’era una lunga iscrizione celebrativa con lettere in bronzo, che riportava l’elenco dei popoli sottomessi dall’Imperatore.
L’iscrizione, oggi non più visibile, è riportata da Plinio: ai primi due posti troviamo rispettivamente i Trumplini (gli abitanti della Val Trompia) e i Camunni: è questa la prima menzione ufficiale scritta del popolo camuno. A seguito della conquista, Plinio testimonia che i Camuni vennero annessi come “adtributi peregrini”, cioè semi-sudditi, ad una città vicina (molto probabilmente Brescia). Il processo di romanizzazione della valle fu pacifico: in meno di mezzo secolo la comunità venne organizzata dapprima in civitas e poi in res publica autonoma.
I siti archeologici mostrano una sorprendente continuità di frequentazione tanto degli insediamenti, quanto dei luoghi di culto, e la lunga sopravvivenza di modelli e forme di tradizione locale.